Credo

Credo in quelle cose troppo belle per essere vere, troppo facili per funzionare, come chiedere aiuto e dire grazie lasciando luccicare gli occhi. Credo che sia per un innesco virtuoso che sono circondata da persone meravigliose. Credo che il controllo su tutto sia impossibile e che quando mi lascio fluire, accetto il mio istinto che esorta "molla la presa", è quello il momento in cui fioccano le risorse inattese.
Credo che ogni volta in cui non mi ascolto, dalla strada da prendere al silenzio da dedicarmi, mi ritrovo come esito un disastro di portata variabile e lì ammettere a me stessa che ho avuto paura.
Credo che abbandonare le convinzioni limitanti sia una azione di totale buon senso anche se tutt'intorno coloro che le usano per galleggiare mi diranno con evidenza certifica, che io non posso volare. 
Credo che svolgere professionalmente la propria porzione di missione sia utile per attivare la dignità, anche quando è puro fastidio e, dove nessuno è schiavo, ad ogni mansione corrisponde un compenso. Credo che faccio le cose per almeno una di due buone ragioni: credo nel progetto, c'è un rimborso. 
Credo che se mi sento punta sul vivo è il momento di chiedermi, prima di attaccare, se la controparte ha toccato un nervo scoperto ed ha maledettamente ragione o se è un modo per pestarmi. In entrambi i casi, su quel dettaglio dovrò lavorarmi e lasciarmi lavorare. Credo che è meglio quando lascio che sia l'Amore a farmi distinguere se l'uno o l'altro caso.
Credo nella bellezza, nel coraggio di cercarla anche in mezzo a quel che rifiuto, alla tenacia nel generarla dove tutto, dall'odore agli sguardi, induce solo nausea e spavento.
Credo che accogliere in libertà, con quel mio modo di ascoltare neutro, mi arricchisca tanto e mi alleggerisca dalla fatica di avere una etichetta per ogni cosa, un giudizio inamovibile per tutto. 
Credo alle mie ossa, al mio cuore.
Credo all'autenticità del dolore.
Credo alla gentilezza.
Credo nell'Amore.
Di sicuro non ho finito, ma io ci credo.

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