Mazinga

Primi minuti del risveglio ed in testa una canzone dell'infanzia nella parte che fa "non conosce la paura né sa il dolore che cos'è, lotta cade si rialza e sempre vincerà".
Subito si sono affiancati i volti di tutti coloro che ogni giorno sanno benissimo cosa è il dolore e la paura e nonostante queste forze aumentino la viscosità del terreno e trasformino un terreno soffice in sabbie mobili, lottano, cadono e si rialzano. In questo già la loro vittoria. 
"..e sempre vincerà", qui il mio sguardo si ferma nella rassegna dei volti, fermo immagine fra i pochissimi che serenamente arrivano alla considerazione che hanno perso.
Vincere sempre è per calcolo delle probabilità impossibile. 
Ritengo che uno dei modi per vincere sempre è approcciarsi alle cose dalla postazione di chi impara, radicalmente diversa da quella di chi compete. Se mi metto in gara, per quanto mi alleni e sia a conoscenza del potenziale e dei limiti, ci sarà uno start che darà il via alla prova. Tutt'altra storia è tirarsi indietro da tutto per paura di perdere, o demolire le iniziative degli altri suonandole in bemolle giusto per il gusto di dire "te lo avevo detto che finiva male". 
Solo Mazinga va in officina dove ci sono i tecnici che lo rimettono a posto e torna come prima pronto a lanciare dagli occhi i raggi gamma
Tutte le volte che sono arrivata col culo per terra, con la pelle sfregiata, fra le fratture  che l'anima espone svergognata senza pudore, nel trovare sollievo e cura fra le mani dei curatori-trici, i miei occhi non sono tornati come prima, tutto si evolve: alla luce che lanciano se ne aggiunge un'altra, con intensità e calore variabile fra gratitudine per chi mi ha teso una mano, ed esperienza. La mia pelle memorizza e nel suo ricambio quotidiano passa il testimone ad altre cellule di ciò che fa parte di me, compreso quello che non trattengo nella parte razionale del pensiero, sempre presente nei sensi che mi parlano, avvisano, confortano.
 A me far le gare, accettare le sfide piace oltre misura. 
Metto in conto di perdere, sto imparando ad ascoltare tutti ed accogliere nelle mie profondità solo quello che alla mia coscienza risuona cristallino e nutriente, talvolta proprio nel momento in cui la paura mi urla blah che schifo, lascia perdere non fa per te. 
Evviva, anche oggi ho perso.
Perdo la presunzione di aver sempre ragione, di bastare a me stessa, di avere l'idea giusta, di aver scelto la strada giusta, di averci messo il cuore dove non ricevo neanche un grazie. 
Ricambi originali per le mie parti non ce ne sono. 
Sono una vecchia artigiana che prende a martellate una lamiera per tornare in pista, passo sotto la fresa la ruota dentata da spostare nell'albero degli ingranaggi, intingo i piedi nel mare per lasciarmi scrostare via la ruggine dell'inverno.
Decido e scelgo volontariamente di generare emozioni luminose anche mentre mi vengono abbaiati degli ordini da parte di chi non sbaglia mai e vince sempre. 
Caro Mazinga da bambina non mi piacevi, mi dicono che piangevo sempre, esplodi torni sempre uguale e non ti rendi conto di quanti palazzi spacchi ogni volta, tanto che ti frega, tu vinci sempre. Sai che ti dico...io perdo.
Perdo la sordità del mio cuore.


Foto by toshia76 deviantart 
PS Da questo post ne nasceranno altri,mi si è aperto un mondo nel mondo.

1 commento:

  1. ma anche no. Ci sono quelli che vincono anche nella disfatta. E lo fanno due volte. Non per nulla Mazinga, Mazinga Z, Mazinkaiser e il Grande Mazinga fanno parte semplicemente di una sorta di evoluzione naturale metaforizzata alla perfezione. Se il modello precedente non funziona, 'nnamo di revisione e miglioriamo la versione base. Perché deve vincere. E se non vince, sticazzi. Lo facciamo vincere. I palazzi si ricostruiscono. Lo insegnano le guerre, i terremoti, gli tsunami, le pestilenze. Tu cadi? Ti rialzi. Ti fanno a pezzi? Daje di missile centrale. Stai morendo? Resuscita. Non credo esista nulla di più educativo dei cartoon nipponici con i mecha, da questo punto di vista. L'eroe buono, di regola, ha già perso tutto. Il suo pianeta, la sua famiglia, le sue origini. Ma trova un nuovo motivo per lottare. Abbiamo sempre un motivo per voler vincere. Tutto sta a sacrificare la propria voglia di lasciarsi andare per una giusta causa.

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