Dai sottotitoli ai titoli di coda

Una delle cose che più apprezzo della produzione artistica attoriale italiana è il doppiaggio. Ci evita un mare di fatica, permettendo di imparare a memoria interi film. In molte altre parti del mondo, ed in tutti quei casi in cui vediamo un film in anteprima, ci occorre avvalerci dei sottotitoli. Mentre maneggiavo questa evidenza mi si è aperta una altra finestra, come i combo in tv per seguire due eventi contemporaneamente.
In passato ho avuto amicizie e relazioni in cui continuavo a sforzarmi di capire e di farmi intendere dal mio interlocutore. Una fatica immane.
Continuamente a dover chiedere "qual è la domanda giusta" per farti realmente rispondere cosa pensi, indagare con discrezione per comprendere quale fosse il succo dell'argomento, cercare continuamente la lingua adatta per sottotitolare tutto il mio linguaggio. Quella che definisco la più tragica fu quando lo guardai con il cuore che scoppiava e mi chiese "perché sei triste?" e dentro di me risposi "annamo bbene!". In altri casi propongo i sottotitoli proprio per evitare la fatica di non capirsi ma la controparte è convinta di conoscere la lingua, di aver capito tutto, ed allora va ad orecchio e, con buona pace, non viene a capo della trama. Ad oggi, guardando a queste esperienze che da un bel po' di tempo non si presentano più, mi trovo in mano i titoli di coda di questi medio metraggi stampati sulle cellule che vado risciacquando dopo un piacevole ed intenso scrub.

1 commento:

  1. Io leggo quello che scrivi e mi domando " mi legge dentro per scrivere di quello che penso? ".Piu' probabilmente ,invece,sara' che certi aspetti della vita umana sono piu' "comuni" di quanto ci si immagini. Mi sono sentita "incomprensibile" tante di quelle volte,e ogni volta mi sono posta la stessa domanda " Quale sara' la domanda giusta?- L'atteggiamento giusto? ecc.." Alla fine di questi viaggi senza sottotitoli mi rispondo sempre " Evidentemente non parliamo la stessa lingua. E senza comprensione reciproca non puo' esserci rapporto". Quando cerco di conquistare qualcuno (perche' le persone si conquistano,e non si smette mai di farlo) offro quello che ho per loro nello stesso momento in cui porgo il mio dono,ne' piu' ne' meno.Non ho scadenza precisa,finche' mi sento proseguo. Ad un certo punto pero',se mi dovessi rendere conto che dall'altra parte non dovesse asserci alcuna risposta; Mollo. Senza meccanismi programmati. Solo istinto. Istintivamente rinuncio. Ci ho provato. Non sempre puo' esserci scambio di "interesse",non e' neanche detto che debba essere "pari" o della stessa" forma". Ma con il "niente" ,che ci stai a fare? Se una persona non ha per te quello che vuoi (e certo ,non perche' sia lei sbagliata o tu stessa,ma semplicemente perche' non ce l'ha,o non ce l'hai),bisogna mollare la presa e cambiare pagina. Sopravvivenza?

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