Cartolina dalle Lettere

Tutte le lettere dell'alfabeto si spintonano, vogliono esserci. Antichi e sconosciuti caratteri ed ideogrammi rumoreggiano fra i filamenti della doppia elica. Ciascuno col suo verso, delineato dal proprio segno. Fremono in attesa di essere impressi, espressi, catapultati dal cuore in aria.  Alcune  lettere si consorziano per essere scelte come parole già pronte, fornite di senso compiuto, ma un attimo dopo tornano al loro primordiale scompiglio. Nessuna parola, nella sua carica etimologica, si sente al fine in grado di tratteggiare l'infinito che i miei occhi raccolgono. Un micro vortice genera il cucchiaino nel mare bruno d'arabica, un tornado fra le lettere ed i brividi. Una tua carezza, le lettere si acquietano in ordine sparso. I segni di interpunzione vigilano sulla bocca, per sbarrare l'uscita delle lettere furfanti, che davanti al tuo "cosa pensi?" compongano un imbarazzato e menzognero "niente", che fa fiammeggiare le altre lettere escluse dal dono di presentarsi  al tuo cospetto. Deglutisco il fruscio che crea la loro cartolina. Delegano alcune lettere per farmi giungere  il loro corale: "lascia parlare i sensi".   

7 parole

Era un BOSCO, fitto, dove la LUCE dolcemente accarezzava le foglie filtrando appena. Nella parte più intensa una CASA con una porta di quelle in legno antico e massiccio, con un battiporta e senza maniglia. Non ci sono serrature, ne fatica per entrare. A fare  da accoglienza alla porta una FATA allegra e frizzante insieme a tante altre fate, ed allora veniva da chiedere ma voi che fate? Fra un battito d'ali e l'altro risposero: facciamo quello che voi umani avete dimenticato, parliamo al SEME quando è sotto la terra in attesa della sua trasformazione. Gli ricordiamo che dentro di se ha tutto il potenziale per essere quel che già è nella suo formato compatto.

Il giardino di Pimpinella (è tutta magia)

Eseguito il rituale per far entrare gli umani nel mondo delle fate, i bambini iniziano a guardarsi intorno in quello che,solo pochi minuti prima, era solo un sentiero sterrato. Fata Pimpinella mostra a tutti la foglia della pianta che fa le carezze. Con mani sapienti ne raccoglie una anche per me. In testa all'allegro corteo Fata Pimpinella continua a salutare fiori e far carezze.  Curiosi i bambini porgono le guance, accompagno con un sorriso l'espressione, ora tenera ora furbetta, che fa da cornice allo  sguardo, seguendo il gesto che si lasciano fare fiduciosi e divertiti. La mia attenzione è di colpo attratta da un pianto inconsolabile. Chiedo alla mamma cosa fosse accaduto. "Vuole suo papà, glielo ho detto sta arrivando".

Un sacchetto per viaggiare

Tanto tempo fa in un bosco c'era una casa. Questo bosco era così fitto che non passava la luce. In quella casa abitava una famiglia ed il ragazzo, cresciuto lì, come il resto della famiglia non distingueva il giorno dalla notte. Così aveva imparato a giocare con le civette e con i lupi, con gli animali del giorno e della notte. Un giorno venne a trovarli una vecchina. Voleva parlare proprio con il ragazzo. "Ho saputo che tu sei amico degli animali del giorno e della notte ed allora sono venuta a portarti un regalo. Questo sacchetto di polvere magica. Quando tu soffierai un po' di polvere addosso alle persone che incontri, con le quali stai parlando, scoprirai cosa pensano veramente". E così il ragazzo prese il sacchetto, salutò i genitori e decise di partire per un anno a conoscere cosa altro ci fosse oltre il loro bosco.