Un ellisse, due fuochi, tre saggi, quattro regole.

Sopra la nuova posizione del divano c'è una cornice: la locandina del primo saggio di Teatra'ndo vai dove tutt'intorno ho incollato dei bigliettini che ciascuno di loro ha scritto per me consegnandoli alla fine di "finto brutale col dado". Quando una emozione è molto forte vado in catatonia. Non sorrido, non piango, mi congelo. Un paradosso per essere proprio io la maestra che li guida ad approfondire ed abbracciare anche le loro emozioni meno piacevoli da trattenere. Cominciammo Il 26 aprile 2010 come beta test ed M. aveva solo 2 personaggi (il gay e l'urlatore), E.P. solo 2 emozioni (sommessamente arrabbiata e la coccolona), L. se interpretava il ruolo della madre era solo una furiosa bastonatrice, D. appena possibile si aggregava al casinista disponibile, G. con scarsa capacità di ascolto metteva il muso subito, E. taciturno terrorizzato dalla forza delle sue emozioni violente, ecc.Ad oggi mi arrivano echi di genitori che invitano altri genitori a far provare il teatro con me perché trovano i loro figli motivati e cresciuti, i proseliti del ramo adulto fa aumentare di numero e  di qualità gli accolti e qualcuno mi segnala in altri ambienti come persona che "ci sa fare col teatro e le emozioni". Un ritorno che mi riempie di gioia e senso di responsabilità. Vedo i nuovi arrivati contenti di stare dove stanno, i primogeniti affaticati ma felici, cresciuti e mai mortificati nelle loro idee creative (estirpo fin dal nascere le seghe mentali). Quello che porteremo in scena il 12 maggio 2012 non è un saggio, è uno spettacolo vero e proprio, il prodotto di una Compagnia che si riconosce, sostiene e abbraccia sotto quel nome nato per non prendersi troppo sul serio. Nelle affermazioni di V. che non trova in se l'emozione della gioia la mia voglia di rimboccarmi ancora le maniche, studiare meglio le mappe, calarmi nei peggiori burroni per poterli far viaggiare sudati ma sicuri, nel loro divertimento il mio parametro di efficacia. Saprò di aver fallito quando uno solo di loro somiglierà a me in tutto e per tutto: non voglio dei cloni ma degli amanti della vita e delle emozioni vissute, narrate, rilanciate dentro e fuori di se.

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