Regina delle Maree

Rimango in silenzio qui al fresco a guardarti, Regina delle Maree. I piedi in terra, il cuore galleggia. Ti sento attirare tutta l'acqua che abito, tutto il vapore che fumante mi annebbia lo sguardo, il gelo stanziale di antichi ghiacciai mutevoli col tuo passaggio di stagione in stagione. Piccola, un puntino che guarda la tua corona di luce brillante. Ti sfiorano tutti i sensi dell'anima, mentre l'acqua sale di livello sul margine delle palpebre. Non distinguo il cielo dalle fronde, tutto di me gronda.  Accovacciandomi accarezzo i fiori che riposano nella quiete, ne raccolgo il profumo fra le dita senza disturbarli, mentre la mia pelle sa di mirra e melograno. Mi tolgo le scarpe e l'aria mi solletica un sorriso risvegliando quel desiderio di inzuppare la mia acqua nella terra e lasciare che si impasti di fango e di vita. 
Regina delle maree che governi il raccolto, tu che raccogli i miei sospiri quando il sonno interrompe brusco il suo racconto.
 Alla terra lascio le acque salate degli occhi, saprà come nutrire chi ha sete, a te offro la volontà di saper urlare al cielo di notte la gioia e la rabbia, l'allegria e il dolore che nelle viscere mi richiama chi da viscere intessute di vita avviò la trama dal mio racconto. I denti si serrano, ed il viso muta la forma sciogliendosi in cera deforme e rugosa.
Non so chi sono, una parte del tutto, un niente vuoto e senza frutti, mentre dai piedi un brivido tintinna fra le ossa e mi riporta alla radice.
Sono un sogno da sognare, una vita che canta d'Amore
con la voce stonata ubriaca di candore
voglio liberare tutto il pianto fra nascoste odissee
dal cuore agli occhi le mani innalzo alla Regina delle Maree.