Eco dalle Antenate

Sposto appena appena quel che mi eclissa l'anima.
Spiragli di luce, estro creativo, gioia e bellezza guizzano dalla crepa generata nel buio fitto.La fatica è tanta, mi sento poca poca cosa, disidratata per lo sforzo.
Affamata di luce tengo gli occhi puntati su quello spiraglio.  
Una luce così intensa che però mi sta accecando.
Le ossa in un'Eco distinto veicolano un suono ancestrale: 


sposta quella montagna per risorgere  


Richiamo la forza di tutti i miei muscoli,  ma quel masso enorme lancia su di me le sue tenebrose bende che mi stritolano, mi accalorano senza fuoco, la vita, le cosce, il petto, le mani. Si muovono con fare sinuoso e incantatore. I loro nomi sono "non sai, ignorante, incapace, taci,obbedisci
ma bisbigliano tutte la stessa parola con voci diverse:"te lo dico per il tuo bene".  
Iniziano bendarmi gli occhi, con cui finora, ero riuscita a respirare. Voglio con tutta me stessa rispondere a quell'Eco, genuino messaggio più grande della montagna che mi adombra, più grande del Cosmo.


Madri mie, mie antenate,
ridate luce dei miei occhi
Vita a questo ventre che si sta inaridendo.
Per essere il dono che sono cosa devo fare? 
Non ho forze, non ho vita, come posso spostare quella montagna?

E l'Eco squarciò il calore delle bende che smisero di stringere pur restandomi addosso.  Chiaro e distinto, dal mio sesso al Cuore, ferma e dolce  risuonò la voce:

 Danza alla vita