Persefone

Tania Govoni scrive sul suo profilo "Persefone se l'hai fatto per errore sei stata una sciocca, se l'hai fatto perché ti eri affezionata ad Ade invece hai tutto il mio supporto, nonostante il fatto che a breve farà freddo". Ho dato del mostro ad Ade e lei ha ribadito l'idea che preferisce la visione della scelta d'amore. 
Volevo scriverle la risposta ma le righe si sommavano tanto da diventare questo post. 
Ehm...giusto per tigna, come lo chiameresti uno che vive in ambiente sulfureo, che passa tutto il giorno a dare il tormento in eterno a chi ha sgarrato, che fa talmente schifo da dover complottare con il priapo metamorfico dell'Olimpo più noto come Zeus, per organizzare il rapimento con stupro di una creatura innocente che fino ad un attimo prima era solo la figlia di sua sorella Demetra? Dicendogli mostro, gli ho fatto un complimento.
Poi siamo donne, oltre che bambine. Generiamo amore dalla merda più totale. Non possiamo cambiare gli uomini, non hanno il pannolino o il pannolone, che è indiscusso sia l'unico ed il solo modo di cambiare un uomo. Quando sembrano cambiati stanno solo indossando la mimetica per conquistare la loro preda. Una volta spolpate le carni della preda, ogni uomo torna ai suoi costumi. Ed ecco che i nostri occhi vedono principi laddove ci sono i rospi (cit Barbara Alberti), senza tanta melassa ci innamoriamo del nostro carnefice. Amica mia Persefone, questa è la condizione in cui ti trovi, per di più sei una creatura divina, non puoi chiamare a te la morte e trovare sollievo definitivo. Siamo donne, la nostra visuale non è ristretta come quella degli uomini che non trovano i calzini nel cassetto che hanno di fronte, vediamo a largo raggio. Ci sono altri più disorientati, affaticati, perduti molto e tanto più di lei. E così nell'inferno propriamente detto si mette a guidarli, ne è la Regina. Ade, in fin dei conti non è così male. Si lascia raccontare, forse, dalle altre anime femminili finite lì, come sia dannata la vita vicino a uomini che puzzano di zolfo e ti piegano l'anima finché non lavi loro le mutande e si fanno ringraziare per non picchiarti. Ade non è poi così diverso da tutti gli altri, che strappano, rubano e stuprano le figlie della guerra, rese pari ad un bottino di vasellame e capanne da bruciare. Ade come il nostro Vulcano non si sentiranno mai dire "bello come un dio", gli inferi portano il suo nome, le terre non visibili. D'improvviso Demetra si ricorda di lei, riprende la ricerca. Qual è il male peggiore da vivere per sempre? Stare insieme ad Ade ed a tutti i suoi abitanti o essere solo la figlia di Demetra. Oh mia forza, aiutami a descrivere Demetra e quel che passò in cuore a Persefone! La perde si dispera, poi si distrae con Demofonte che non diventerà un dio, riparte alla ricerca. Mi ricorda tanto quelle mamme che sfoggiano i figli come trofei. Tutte quelle che continuano a disegnare i figli nella propria mente e poi se provi ad esistere fuori dal foglio da brave carnefici ti chiedono "perché sei così cattivo con me". Eppure vuole bene a quella stronza. Lei fa germogliare la terra, è così maestosa e grande. In fin dei conti non è vero che sta lì a farle le treccine solo per farsi bella. Ha affrontato Ade pur di riaverla con sé. Ade, si Ade.  "Adesso che faccio. Non sono più una ragazzina ed altri decidono per me. Mi galoppa dentro l'astuzia femminile, il saper mediare fra il buio e la luce. Quello che è smarrito non è detto che sia perduto,è solo ricoverato in altro luogo". Forse fra se e se disse così mentre mostrava il melograno raccolto al marito che capì di non essere stato ancora una volta schifato dal mondo. Per me Persefone è una dea nell'equilibrio. In fin dei conti Demetra e Ade sono due fratelli legati dall'amore per lei, che si disprezzano senza odiarsi. "Magari si odiassero, vorrebbe dire che un tempo si sono amati" (cit Irene). Il Re Salomone dei testi biblici è un principiante se arditamente paragonato a Persefone: non è un innocente bambino ad essere tagliato in due ma è lei che spacca a metà la sua anima per non condannare l'uno o l'altro all'infelicità perpetua. Non può sdoppiarsi, non si è moltiplicata lasciando almeno un figlio ad Ade, così la sua presenza e solo quella basta, in una fetta diversa del globo terraqueo, consente a Demetra o ad Ade di poter dire "Si, l'amore è con me".
P.S. Sento mia Persefone da quando l'ho incontrata in un dialogo junghiano con una persona che stimo tantissimo e poi nel libro "le dee dentro la donna" che sarà lo scheletro di un prossimo spettacolo di Teatra'ndo Vai. Tranquilli è roba per ridere.

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