Spostati, sto viaggiando

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Fra spostamento e viaggio la differenza si veste delle azioni da portare a termine, mentre è la disposizione d'animo nei confronti del "da farsi" che ne delinea i contorni. Quando l'area di competenza del mio lavoro comprendeva quasi tutta la regione Emilia Romagna mi è capitato, osservando le espressioni degli involontari compagni di coda, di distinguere nettamente la differenza di tensione fra chi percorreva quell'itinerario per lavoro e chi per svago.
Nello stesso periodo, il tempo che trascorrevo in viaggio verso le città da attraversare per lavoro, lo vivevo con un abito piacevole, incuriosendomi, imparando incroci e paesini mentre la tratta da casa al luogo di vacanza con l'(ex) amato bene, aveva tutte le connotazioni della via crucis che si stampa sui volti di chi la mattina percorre la tangenziale prima di andare in ufficio. Quando ho scoperto che Mirandola era raggiungibile con un solo treno da Bologna ho iniziato ad andare a lavorare in treno e bici, saltandomi tutta la fatica del restare in auto a tenere gli occhi a bordo strada per monitorare la presenza di autovelox, magari schiacciando un pisolino ristoratore nella direzione del ritorno. Spostamento e viaggio, qualcosa li separa. L'ostacolo per seguire la traccia dell'asfalto col cuore in viaggio nel raggiungere il punto B di destinazione, non riesco a trovarlo in una coda, nel dispettoso semaforo che scatta proprio quando ho premura, ancor meno nel tempo che scivola sulla clessidra digitare dell'orologio. Il potenziometro che calibra con quale espressione sarò sul sedile è tutto nel mio cuore, in quanto deciderò di appesantirlo di bagaglio ed accessori scoordinati. Così, con estrema delicatezza, suggerisco al mio sguardo teso per la mole di lavoro che mi fa perdere di vista come cambiano i colori d'appennino "spostati, sto viaggiando".

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