Il giardino di Pimpinella (è tutta magia)

Eseguito il rituale per far entrare gli umani nel mondo delle fate, i bambini iniziano a guardarsi intorno in quello che,solo pochi minuti prima, era solo un sentiero sterrato. Fata Pimpinella mostra a tutti la foglia della pianta che fa le carezze. Con mani sapienti ne raccoglie una anche per me. In testa all'allegro corteo Fata Pimpinella continua a salutare fiori e far carezze.  Curiosi i bambini porgono le guance, accompagno con un sorriso l'espressione, ora tenera ora furbetta, che fa da cornice allo  sguardo, seguendo il gesto che si lasciano fare fiduciosi e divertiti. La mia attenzione è di colpo attratta da un pianto inconsolabile. Chiedo alla mamma cosa fosse accaduto. "Vuole suo papà, glielo ho detto sta arrivando".
Il tempo delineato in maniera generica e probabilistica rende il bimbo ancora più sperduto. "Ci vuole la magia delle fate" penso fra me e me. Ottengo il contatto visivo prendo la campana tibetana che fata Pimpinella mi ha affidato. "Dai aiutami, tieni in mano la foglia delle carezze così mi fai da antenna. Ora mando un mio amico folletto che corre veloce veloce a prendere il tuo papà. Amico folletto portami papà Mauro". Continuavo a guardarlo negli occhi ripetendo con lo sguardo "va tutto bene sei al sicuro, ti voglio bene". La telefonata col folletto è durata non più di 40 secondi, appena il cucciolo si rasserenava portava giù il braccino, al risalire delle lacrime gli chiedevo "su su il braccino che mi serve l'antenna". Quando è arrivato papà abbiamo fatto uno scambio: lui ha tenuto la foglia delle carezze ed io custodisco un sorriso.  

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