Riduzione minimi termini

In alcune formule matematiche minimizzare agevola l'ottenimento del risultato, fra le persone questo non è traslabile. Ho raggiunto il livello di saturazione delle conversazioni in cui l'etichetta, la classificazione, l'indentificazione della persona è contenuta riassunta e qualificata  nel suo lavoro, nel genere di appartenenza, nell'hobby o nella provenienza geografica. Far notare, coi propri mezzi, che si sta subendo una riduzione ai minimi termini, il più delle volte scatena reazioni al vetriolo.
Dialogare con possenti e virtuosi cavalli coi paraocchi: se gli allarghi l'orizzonte si terrorizzano.

Distinguo con chiarezza la capacità di riconoscere i tratti di una persona in tutte le sue espressioni, quella firma, lo stile che ad ogni modo rende quel tocco particolare distinguibile. Tutt'altra trama è dover incasellare l'altro nel "voi siciliani, voi attori, voi commerciali ecc."
In mezzo c'è l'abisso fra riconoscer una caratteristica connotante ed  una dei tanti "tu sei Tal Cosa" seguito da sentenza irrevocabile. Gran parte delle riduzioni mi causano la reazione che ho davanti alle ingiustizie.
Le uniche riduzioni che mi piacciono sono quelle agli spettacoli, e le altre in cucina se ben amalgamate con il resto delle portate. Vedo tanti ghetti in cui è comodo stipare l'altro. Alcuni sono macro, altri sono micro e per questo i più insidiosi e difficili da evidenziare con dovizia all'interlocutore. Poco visibili ad occhio nudo, al nudo dell'anima lampanti.
Questo blog si chiama profondo superficiale per una fascinazione agli ossimori, invitando i passanti a trovare nello spazio fra le parole sia il profondo che il superficiale.
Non sempre il mio disgusto si esprime in manifestazione esplosiva. Ce ne vuole di cuore per distinguere il mio silenzio da piacevolezza della compagnia al "evito di parlare che adesso sbaglio pure il mio codice fiscale".
Fra le riduzioni che mi urtano ci sono quelle sessuali ancor peggio se operate da donne. "Allora c'è del tenero" (sto usando un eufemismo) se ricevo un complimento per un buon lavoro svolto.
La soluzione a tutto quello che espongo e manca dell'approvazione altrui non trova la sua unica chiave di conclusione nel sesso. Taccio perché mi affatica scardinare i loculi in cui si nasconde nella tua coscienza il remoto dubbio che la genitalità sia solo la parte di un tutto che mi riservo di esercitare solo nelle condizioni in cui fa bene al mio cuore. Avvilente la sensazione che mi porta a non vederci più. Questi preziosi 100 giorni al disvelo in cui tutto quello che non ho potuto più vedere perché tanto devo farmelo andare bene, mandar giù perché è solo una battuta, è solo una cosa carina, lascia gli occhi della ragione e si spiega con la visione sensoriale dell'anima e dei vissuti.
Mi concedo il diritto di reagire scompostamente a quella che è, checché se ne dica, una coltellata metacarpale ben assestata. In questo momento ne scrivo con lucidità ed eco di preghiera, lì per lì reagisco come mi pare e come mi viene, me ne infischio di chi se ne infischia. La prima reazione che registro è "c'è modo e modo di dire le cose". Certo così come ci immaginiamo che Ligabue mentre scrive la frase "certe notti fra cosce e zanzare" stia prendendo appunti esattamente nell'istante in cui è fra cosce e zanzare.
Così mentre tu con la massima serenità, mi stai riducendo ad una vagina con le sue esigenze, io sono tenuta a reagire a questa scortese coltellata dicendo: "ma che bella manifattura ha questo coltello! Artigianale vero? Che intarsio! E poi la lama affonda così bene che è un piacere tenerla sul dorso della mano, impreziosisce al pari di un diamante. Scusa davvero non vorrei sporcare ancora con il mio sangue questo tavolino dove hai incastonato il mio palmo, che ne diresti di spostare il tuo prezioso strumento nel fodero, mi piace come lo maneggi per preparare i tuoi prodotti, è che sono incapace di tenerlo sulla mano così in scioltezza. Che vuoi farci sono una povera stupida limitata".
 Mi sento sciolta nell'acido ed imbottigliata ogni volta che la mia gamma di interessi, visioni, intuizioni, espressioni viene minimizzata e recintata in uno solo degli ambiti in cui il mio Spirito danza, racconta, raccoglie, colleziona e restituisce.
Guardo a questa ingiustizia e per rispetto del mio cuore sceglierò dove, se e come REAGIRE.


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